mercoledì 5 settembre 2012

Mi scrivevi un sacco di lettere che avrei dovuto leggere a casa e che invece divoravo accanto a te mentre aspettavamo l'autobus per andare chissà dove, non che ce ne importasse molto.
Una volta mi scrivesti una cosa tipo tredici pagine di frasi sconnesse che tuttavia avevano straordinariamente senso e alla fine ti strinsi fortissimo e chi se ne importava se era luglio, noi ci abbracciavamo anche se c'era da morire dal caldo e questo era l'amore.


Tra due settimane è il tuo compleanno. Venti.
Cristo, davvero, ti ho conosciuto che eravamo entrambi così piccoli che sul serio non c'è da crederci che avresti fatto vent'anni tra poco, avresti perché ovviamente ti sei fermato molto prima.
Non ti azzardare mai più a voler imitare Peter Pan, pe' davvero, ti arriva una randellata in testa, Fabri, non sto scherzando.