Ciao
amore,
stasera
ti penso molto, più del solito, forse è perché penso che mi sto
piano piano innamorando (anche) di qualcun altro, ma non mi sento poi
molto in colpa – perdonami, non te la prendere, cercherò di
spiegarti.
Non
smetterò mai di amarti, questo lo sai, e non amerò mai nessuno
quanto sempre amerò te, perché tu sei stato il mio primo amore,
eterno amore, è appurato e lo sappiamo tutti, lo devono sapere anche
i prossimi che saranno gli eterni secondi, è brutto da dire ma tu
hai il primato e non lo perderai neanche quando sarò vecchia e
circondata da gatti che amerò moltissimo, però io sono qui, ho
diciotto anni e ho provato e provo sentimenti fortissimi per altri
ragazzi, e per quanto io non lo dica mai a voce alta non posso negare
che è un po' amore anche quello che sento per loro, o magari sono gli ormoni, non lo so, però proprio io non posso continuare a sentirmi colpevole di una cosa che non dipende, di fatto, da me, non trovi? Non c'è libero arbitrio per queste cose, io sarò tua per sempre ma un pochino anche degli altri, diciamo settanta percento tua e trenta percento loro, mi pare un buon compromesso.
Comunque, non è di questo che volevo parlarti.
Ascoltavo
un paio di canzoni che ti avevo dedicato e mi sono ricordata del
nostro primo bacio nei camerini del Carrefour, non è stata una cosa
da film ma a noi è sempre piaciuto così.
Il
punto però è che per quanto ricordi la sensazione di infinita
meraviglia che provavo quando sfioravo la tua pelle con le mie labbra
e le mie dita e le mie spalle e la mia epidermide in generale, non
riesco proprio a ricordare il tuo profumo. Mi piaceva, questo lo
ricordo, ma la sua consistenza è ormai svanita, persa in qualche
angolo della mia mente in cui per ora ci sono ancora una valanga di
memorie riguardanti te che temo svaniranno una per una, lentamente.
Ecco
perché ti scrivo questa lettera. Volevo dirti che sto compilando una
lista con tutti questi ricordi, probabilmente non finirò mai ma non
importa, niente deve svanire mai più.
Cazzo,
amore, tu non saresti dovuto svanire, questa è la verità,
come diamine è venuto in mente alla tua vita di finire proprio quel
giorno lì, piango anche adesso se solo ci penso, non saresti dovuto
scomparire, non tu, proprio no, guarda che vuoto immenso hai lasciato
nel mondo, non è neanche bello come il Grand Canyon, è proprio un
orrore, cristo, ci sarebbe da vomitare per giorni al solo pensiero di
te che non ci sei, che non ci sarai mai più, che ci sei stato per
troppo poco tempo, pensa a tutte le cose che non hai fatto in tempo a
fare come andare da Einaudi e stringergli la mano o volare fino in
Francia, dire a tutti i passanti che l'Inghilterra è meglio e poi
scappare – ne parlavamo spesso.
Fabrizio,
torna qui. Ho bisogno di te, stasera e sempre, voglio che mi abbracci
e che tu sciolga la presa ferrea di questa tristezza che si aggrappa
con forza al mio petto come io mi sono aggrappata gridando alla tua
mano quando, con i polmoni fermi, te ne stavi lì fermo nel tuo letto
con gli occhi chiusi mentre un'infermiera mi diceva qualcosa che
voleva essere rassicurante ma che io non sentivo, avevo le orecchie
troppo piene da quel fastidiosissimo suono proveniente dalla macchina
attaccata al tuo cuore – senti, quando mi sei vicina batte più
forte –, e mi portava
via per sempre da quella stanza e da te.
Oggi
c'era la festa del cioccolato, qui, e tutti giravano per la città
sorridenti e avevano qualcuno da guardare e a cui chiedere “Dai, me
lo prendi?” e io non sapevo far altro che guardarmi intorno e
cercarti con tutta la forza e l'amore che ho.
Mi
manchi.
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