giovedì 12 giugno 2014

1821. (pubblicato una settimana dopo per colpa di internet)

Ciao amore.
Mancano circa sei giorni a questa diavolo di maturità, e chi l'avrebbe mai detto che mi sarei ridotta all'ultimo con la dannata tesina e tutto il resto - certo non io.
Vorrei tanto continuare a parafrasare le Lezioni americane di Calvino così da far sì che si adattino a ciò che voglio dire, ma più digito e più ti penso. Prima ho avuto un dubbio di letteratura - non ricordavo il cognome di un personaggio di Svevo - e mentre sfogliavo il libro mi sono imbattuta in Baudelaire, che tanto ti piaceva e che è nato, amore, nel 1821, guarda caso proprio i giorni che son passati, ad oggi 13 giugno 2014, dalla tua dipartita.
Mi manchi e ti vedo ovunque, e ho come l'impressione che tutto vada male anche quando di fatto va bene, che poi non va bene un cazzo di niente, ma non importa, devo pensare all'esame, e basta, tu non ci sei ma io sì, io sì e devo essere brava, devo essere forte, non importa se tu sei stato la mia possibilità mancata e se sono imbottita di psicofarmaci e se sono tanto triste e arrabbiata e malinconica, non deve importare niente se non l'esame, e dopo l'esame la ricerca della casa a Pisa, e dopo la ricerca della casa la ricerca di un lavoro e poi la preparazione al test d'ammissione, e poi un diamine di pretesto insulso lo troverò, per forza, lo dicevi anche tu: chi si ferma è perduto.


Avrei tanto voluto che tu avessi continuato a camminare.

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