venerdì 20 giugno 2014

"Armiamoci e partite"

Al di là di tutto, dell'esame, delle tracce brutte in prima prova, della cazzo di geometria non euclidea nella seconda, della terza che che cazzo scrivo non so una merda, della tesina che è pronta ma cosa mi è venuto in mente, volevo ringraziare il fottuto ministero dell'istruzione per aver fatto iniziare l'esame proprio il 18 giugno così da obbligarmi a studiare nella depressione più totale, ma almeno a studiare, così da non sprofondare di più nel brutto vortice di pensieri legati al fatto che sono cinque anni che sei andato via e io non so cosa fare di questa vita mutilata che è pure brutto chiamare così ma non posso farci niente.
È l'una di notte e io sono imbottita di roba per dormire, dunque non mi ricordo nemmeno in cosa consista la sintassi, ma non importa perché tu mi ami e mi perdoni.
E anch'io, amore, ti amo e ti perdono, forse, per essere andato via. Bisogna proprio che me ne vada anch'io da qualche parte, qui è uno schifo davvero, neanche le gocce riescono a rendere innocuo il tuo ricordo, e se anche lui mi attacca succede che, a confronto, Verdun è stata una briscolata.

Grazie per avermi parlato di Karl Jaspers quel giorno al parco, ripeterò le tue esatte parole all'orale, e il professore di filosofia non potrà far altro che annuire, perché lo sapevi "a mostro", come dice sempre Luca, a cui manchi tanto anche se non lo dice.

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