Vorrei
svegliarmi domattina e non ricordarmi di te, di noi, delle passeggiate in riva
al mare sempre attenti a non calpestare le impronte altrui, dei pomeriggi
passati a fumare come turchi e ad amarci come pinguini di Magellano, delle
lettere d’amore scritte a rate sulle nostre braccia e delle nostre dita che si
sfioravano sempre per caso, ma mai per sbaglio.
Vorrei
svegliarmi domattina e non avere memoria del tuo sorriso, della tua voce che mi
cantava canzoni belle e mi leggeva poesie bellissime, dei tuoi occhi che mi
guardavano come fossi splendida e delle tua labbra sulle mie.
Vorrei
svegliarmi domattina e non ricordare la prima volta che hai detto di amarmi, e
soprattutto vorrei non ricordare l’ultima volta in cui me l’hai detto.
Vorrei
aver dimenticato quel pomeriggio in cui ti ho detto che mi piaceva la tua cicatrice,
e tu mi hai detto che invece le mie proprio non ti piacevano, e hai passato ore
ad accarezzarle sperando che sparissero – così non è stato, ma ho sempre
apprezzato lo sforzo.
Vorrei
svegliarmi, domattina, e non pensare come prima cosa che è un altro giorno
privo di senso in questa vita priva di senso, perché di fatto senza di te le
cose perdono il loro significato, un po’ come la matematica di quinta in cui all’improvviso
zero come fattore non significa necessariamente zero come prodotto.
La
verità è che io ti amo e tu non esisti, e se questo non è terribilmente
ingiusto non so proprio cos’altro possa esserlo.
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