giovedì 4 agosto 2011

In Penny Lane there is a barber showing photographs.

E' un po' strano scrivere il primo post di questo blog, non so perché, quasi dovesse necessariamente essere una cosa bellissima - nuova ed ennesima lettera a te, ma su carta diversa.
Mi limiterò a comunicartelo.

Ciao amore, scrivo a te che sei (tanto?) lontano e non puoi né leggere né sentire ciò che ti dico, ma non importa, lo faccio da tanto. Volevo solo dire, prima di tutto il resto, che hai uno spazio tutto tuo, adesso. Non sei ovunque, sei qui. Non sei dappertutto, sei solo nei posti che hai toccato e qui.
Ho un bisogno di scriverti che è quasi primordiale, come se parlare con te possa far passare qualsiasi cosa m'affligga - un tempo era così -, ma non ho un discorso pronto, spero perdonerai le seguenti righe senza filtri, senza pensieri e senza grammatica, temo.
E allora ciao amore, oggi L. ha fatto un incidente in moto, una macchina ha preso una curva troppo forte e lui è caduto in terra. Si è fatto un po' (tanto) male, ma sta bene, tutto sommato. Ci scherza su, anche se è bloccato a letto, credo lo faccia principalmente per me che quando l'ho visto in terra che si teneva la schiena ho iniziato a tremare come una foglia.
L'ho visto con il suo vis(in)o rosso che si guardava intorno un po' smarrito, e ho pensato a quel pomeriggio di due anni fa in cui il mio telefono ha suonato - la mia suoneria era 'Penny Lane', ricordi? Non riesco più ad ascoltarla, mi fa venire da piangere, come un cattivo presagio - e Andrea mi ha detto 'Non ti agitare, cerca di star calma. Fabri ha fatto un incidente, è ricoverato, non so niente ma credo stia bene, figurati se uno come lui se ne va', con la sua voce con timbro pacato che però tremava, fin troppo. Credo ce lo sentissimo già tutti che c'avresti mandato affanculo e te ne saresti andato in vacanza (sta durando un po' troppo, non credi? Quando torni?).
Mi sono spaventata, mentre lo accompagnavo a casa stringevo forte la mascella e ti pensavo. Non è bello pensare a qualcun altro quando il tuo amico zoppica e sanguina, sai? Voglio dire, non è una cosa che ti fa proprio sentire a posto con la tua coscienza, ecco, eppure sei l'esatto motivo per cui sapere che loro sono in moto mi fa salire un'incredibile ansia finché non so che sono arrivati a casa sana e salvi, cosa che tra l'altro li fa divertire parecchio.
Non voglio che ve ne andiate tutti, amore. Tu sei già fin troppo da sopportare, credo che se tu fossi qui avrei molti meno problemi, questo C. ad esempio, che è sbucato dal nulla e mi fa discorsi strani, discorsi che per l'appunto se tu fossi stato qui non avrei avuto problemi a liquidare in due parole senza neanche prendermi la briga di decifrarli.
O G., per esempio, che un giorno mi dice che per lui sono una sorella e il giorno dopo si comporta come se io fossi tutto tranne che una sorella, e anzi, sembra pure provarci. Se tu fossi qui probabilmente non avrebbe fatto nulla di tutto questo, e magari saresti stato tu il primo a dirgli di tenere le mani a posto.
Se tu fossi qui probabilmente non avrei iniziato a fumare, di questo son certa. Eri la mia nicotina, senza effetti collaterali ai polmoni ovviamente.
Peccato che adesso sia tu la mia massa tumorale, credo tu ti sia ormai diffuso in tutto il corpo.
Ma non importa, non credo che cercherò di rimuoverti. Morire di te è dolce come mangiare le fragole, molto più che sorridere e ridere e scherzare mentre tutti cercano di tenermi al sicuro dal dolore, allontanandolo come fosse un branco d'animali in caccia, ignorando il non trascurabile fatto che il dolore io ce l'ho dentro - frase che fa molto biscotto della fortuna.
Buonanotte, amore, credo andrò a letto perché sono le due passate e domattina devo alzarmi presto per aiutare mamma a fare i lavori in casa; indosserò quel foulard a pois che m'hai regalato tu, quello che adesso è tutto macchiato e pieno di buchi.
Mi manchi, cia'.

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