mercoledì 11 aprile 2012

A handful of moments I wish I could change and a tongue like a nightmare that cuts like a blade.

Ricordi quel pomeriggio che continuavo a ripetere "Ma io e te siamo solo amici" con un sorrisetto idiota, di quelli che mi vengono a metà e sollevo solo la parte destra della bocca e mi si vedono il canino e il premolare, e tu continuavi a lasciarmi dei baci bellissimi sulla parte sinistra del labbro inferiore, e mi dicevi "Come vuoi, io però ho voglia di baciarti, posso?" e io annuivo e poggiavo le labbra sulla tua cicatrice e poi affermavo di nuovo che noi due eravamo solo amici, e allora mi baciavi di nuovo e sussurravi "Amici o no, io continuo, se devo fermarmi dimmelo che non lo faccio"?
Non lo so, mi manchi tanto perché con te potevo essere tutte le me che volevo, in ogni singolo istante, e ieri mamma mi ha detto che devo imparare a scendere a compromessi, perché anche lei molto spesso non è se stessa, devo riconoscere le persone che ho davanti e agire/pensare/parlare di conseguenza, e avevo voglia di urlare che io l'ho sempre fatto e grazie a te mi sono stancata, perché se le persone mi vogliono per come sono bene, sennò non vedo come la cosa possa riguardarmi, che io sono stanca di dover sempre trattenere pensieri e parole e sentirmele bruciare in gola come neanche il rum o la vodka liscia, perché anche se non parlo di me ho voglia di parlare e nascondere piccoli segnali dietro il sarcasmo che mi caratterizza, e volevo anche dirle che non deve avere paura, perché finché si tratta di lavoro/scuola, okay, lo capisco bene che bisogna trattenersi e un sacco di altre cose brutte, ma io ho diciotto anni e voglio sentirmi libera di tacere o raccontare cose o dire la mia dovendomi occupare solo dell'educazione, proprio non mi va di cambiare di nuovo.
E poi a mamma volevo anche dire che ha rotto tanto le palle perché non parlavo, stavo sempre zitta, non dicevo la mia, mi chiudevo in un angolo e da lì non mi muovevo finché non era ora di andare a dormire, e adesso che un po' da quell'angolino mi muovo non le va bene, e allora mamma deciditi, io ci provo ad essere la figlia che vuoi tu ma devi farmi capire che cos'è esattamente che io dovrei diventare, perché non è colpa mia se non mi piace mai quello che dice la gente e allora li correggo sull'aspetto grammaticale per trattenermi dal gridare che mi fanno tutti schifo, che mi fa tutto schifo, che se il mondo non mi vuole allora io non voglio il mondo e chi se ne frega se è immaturo, io voglio restare sempre bambina come Peter Pan.
Amore, se tu fossi qui sarebbe tutto più facile, ne sono sicura, perché anche oggi che piove potremmo andarci a sedere nel soppalco di quel bar dove fanno un caffè da schifo ma si può stare tranquilli seduti sul divanetto accanto alla finestra a fumare sigarette alla vaniglia e amarsi mentre i piccioni tubano sul davanzale e i passanti non ci vedono ma noi vediamo loro e dall'alto sembrano tanto piccoli e innocui che non possono più fare paura.
Mi manchi molto.

Nessun commento:

Posta un commento